18 Luglio 2014 • Nessun commento

Un giorno a Napoli

Weekend in Italia

Da quando frequento Napoli, la vivo come una seconda casa e difficilmente faccio delle vere e proprie gite turistiche, vedo sempre i luoghi più caratteristici e pittoreschi in una sorta di mordi e fuggi, perché ci si passa per caso, o perché sono sulla strada per andare da qualche altra parte…
Oggi ho deciso di fare la turista!
Prendiamo la Cumana, stranamente puntale, da Pianura e scendiamo a Montesanto. Da qui comincia il nostro tour.
Le strade di Napoli sono vive, piene di gente che va e viene, bancarelle di frutta, abiti e pesce fresco, commercianti che urlano la convenienza della propria merce e i clienti che gridano al ribasso.

strade di napoli

Come prima tappa è prevista una visita alla tomba di Dracula. È infatti recente la scoperta che il conte Vlad III Tepes detto Dracula sia sepolto in un loculo nel chiostro piccolo di Santa Maria La Nova. Il mattino di Napoli, così come molti altri giornali locali e non, riportano la notizia di questa scoperta. Sembra infatti che una figlia del conte, chiamata Maria Balsa per nasconderne la vera identità, fu condotta a Napoli a fine 1400 dal Re Alfonso D’Aragona; e che questa, dopo aver sposato il primogenito di casa Ferrillo, si mise alla ricerca del padre, scoprendo che non era morto in battaglia contro i Turchi, ma che ne era prigioniero, e quindi pagò un riscatto per ottenerne la liberazione e condurlo a Napoli.

tomba di dracula a napoli
La tomba raffigura un drago (stemma di casa Balsa-Ferrillo ma anche rappresentazione del conte Dracula che vuol dire appunto drago), con due sfingi contrapposte (simbolo egiziano della città di Tebe, chiamata Tepes dagli egiziani e il conte Dracula si chiamava appunto Vlad III Tepes), motivo che ha indotto un gruppo di ricercatori dell’Università di Tallinn in Estonia, a venire fino a Napoli, con la convinzione di trovarsi di fronte alla reale tomba del conte. Chiaramente è tutto da verificare, ma la mia curiosità di vedere la tomba del vampiro più famoso del mondo mi ha spinta fino alla piazza della chiesa.

cancelli chiesa tomba di dracula
Arriviamo e troviamo i cancelli chiusi (ma come si fa a chiudere una chiesa?), vediamo però un portone accanto alla chiesa cha accede direttamente sul chiostro proprio dove si trova la tomba. Ma ahimè un signore che si trova davanti alla porta non ci fa entrare, ci dice che è chiuso, e che per gli orari dobbiamo informarci su Facebook, dato che non sempre sono aperti, e che per ovvie ragioni (?) non può farmi entrare… e se ne va chiudendosi il portone alle spalle. Bene, le uniche informazioni che ho trovato sono sul sito dell’ARCA in cui si parla di apertura dalle 10.00 alle 16.00, dal lunedì al venerdì. Noi eravamo di fronte a quel portone alle 9.40 di un martedì… probabilmente non mi ha detto di aspettare 20 minuti, perché è maleducato fare attendere una signora…(!). Su Facebook, nella pagina di artecard, ho scritto un messaggio privato, chiedendo quali fossero gli orari di apertura, la pagina è attiva poiché posta articoli quotidianamente, ma sto ancora aspettando una risposta dopo 10 giorni…

napoli galleria umberto I
La tappa successiva della nostra gita è la galleria Umberto I, arriviamo da via Toledo, dove l’ingresso è chiuso a causo del crollo del cornicione, che ha ferito a morte un ragazzo che passeggiava con i suoi amici. Entriamo quindi dall’ingresso laterale, che dà sul Teatro San Carlo.

teatro san carlo napoli

La galleria fu costruita nel 1890 per risanare un quartiere fortemente degradato, dove si consumavano delitti di ogni genere, e che aveva visto, nell’arco di 50 anni, ben nove epidemie di colera.

galleria umberto

Costituita da due strade perpendicolari, sormontate da una struttura in ferro e vetro, fu concepita per essere un monumento, ma fin dalla sua costruzione divenne subito un fondamentale polo commerciale della città; era infatti ubicata al centro di vie frequentate come via Toledo e via Santa Brigida. Tutt’oggi nei quatto stabili che si trovano all’interno della galleria si trovano attività commerciali (abbigliamento, profumerie, ristoranti, caffè) che occupano i primi due piani, il terzo piano è occupato da alberghi o abitazioni private.

Le sfogliatelle di Pintauro

Prima di proseguire verso piazza del Plebiscito, torniamo un po’ indietro su via Toledo. Non ci possiamo allontanare troppo da qui senza prima fare tappa da Pintauro: le migliori sfogliatelle che si possono mangiare a Napoli! Nel 1818 Pasquale Pintauro entrò in possesso della ricetta della sfogliatella Santarosa, un dolcetto inventato quasi per caso dalle suore di clausura del Monastero di Santa Rosa. L’oste rielaborò la ricetta e nacque “a’ sfujatella” così come la conosciamo oggi.

sfogliatelle pintauro

Ne prendiamo un po’ ricce e un po’ frolle, 7 sfogliatelle in tutto più un biscotto all’amarena, per la modica cifra di 14 euro… sembra di essere in una gioielleria, ma ne vale veramente la pena! Chiaramente al momento dell’incarto, ti chiedono se le mangi subito o no, perché le sfogliatelle qui sono sempre calde, e se non le mangi subito, praticano dei forellini nella carta, in modo che il vapore fuoriesca e non faccia ammorbidire troppo le paste.

Il Palazzo Reale

Prossima tappa della nostra gita è il Palazzo Reale, arriviamo quindi in piazza del Plebiscito, su cui affaccia la Basilica di San Francesco di Paola.

piazza del plebiscito napoli

Sulla piazza c’è anche il Palazzo Reale (ingresso 4 euro).

palazzo reale napoli

Costruito nel 1600 come palazzo vicereale, divenne nel 1734 dimora reale borbonica. Verso il 1815 fu arricchito con decorazioni e arredamenti di gusto neoclassico.

arredi palazzo reale napoli

All’interno del Palazzo è ospitata la mostra dedicata al centenario di E. Marinella, la maison partenopea famosa in tutto il mondo per le sue cravatte.

cravatte marinella a napoli

La mostra è ospitata nella sala d’Ercole fino al 27 luglio.

mostra marinella

All’interno della cappella Reale c’è anche un Presepe del XVII secolo, una delle più ricche raccolte di questa forma d’arte tutta partenopea che comprende statuine di grandi scultori napoletani come il Sammartino, i Celebrano, Angelo Viva, Lorenzo Mosca e Salvatore Franco.

presepe di napoli

Usciti da Palazzo Reale è ora di vedere il mare: la giornata è abbastanza fresca e ventilata, per cui ci facciamo una passeggiata nella rinomata via Caracciolo.

via caracciolo napoli

Da qui è possibile ammirare Castel dell’Ovo, meta fotografica di tutti i matrimoni Napoletani. È il Castello più antico della città e deve il suo nome ad una leggenda, secondo la quale il castello si reggerebbe in piedi, grazie ad un uovo nascosto nelle segrete del castello dal poeta Virgilio. La rottura dell’uovo, oltre al crollo del castello, avrebbe provocato anche una serie di catastrofi alla città. Quando nel XV secolo il crollo di un arcata provocò ingenti danni al castello, la regina Giovanna I dovette giurare di aver sostituito l’uovo affinché non dilagasse il panico tra i napoletani!

napoli castello dell ovo

Si è fatta ora di pranzo, e, pur sapendo che avremmo speso il doppio rispetto ad altre pizzerie, ci sediamo da Regina Margherita per goderci il panorama davanti ad una buonissima pizza.

castel dell'ovo napoli

La giornata però è molto ventosa, e dai tavoli cadono bicchieri e posaceneri che si frantumano a terra, i camerieri chiudono velocemente gli ombrelloni che rischiano di volare via, e ci invitano ad accomodarci dentro appena finito l’antipasto: frittura con montanara, arancino, crocchè, mozzarella e zucchine.

antipasto napoletano

E all’interno ci godiamo una magnifica pizza margherita.

pizza a napoli

In tutto spendiamo intorno ai 48 euro (con 2 birre, 1 coca cola e 2 bottiglie d’acqua), un po’ alto per Napoli, ma la bontà del cibo e la bellezza del panorama valgono quel poco in più. Un ultimo saluto a Castel dell’Ovo e al Vesuvio che si intravede in lontananza

castello a napoli

e ce ne torniamo a casa…

bici pizza

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