10 Dicembre 2017 • Nessun commento

Prima volta a Barcellona? consigli per visitarla (anche in un weekend)

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Mi è capitato di tornare a Barcellona per l’ottava volta, con due amiche. Una di loro non era mai stata a Barcellona e quindi si è affidata completamente a noi per la visita della città. Visto che rimanevamo soltanto per un fine settimana nel capoluogo della Catalogna ho dovuto fare alcune scelte di fondo, per esempio non entrare nei musei, e camminare tanto. Ma se voi potete permettervi di fermarvi per più giorni, come ho fatto io in passato, divertitevi a esplorare la città!

La Rambla

Dovunque abbiate l’albergo (del mio fantastico hotel parlerò in fondo a questo post), prendete un mezzo e iniziate il vostro itinerario dalla Rambla, il celebre viale lungo quasi 1 km e mezzo, che dal mare (Port Vell = porto vecchio) conduce fino a Plaça de Catalunya. A dire il vero di porto vecchio è rimasto ben poco, tutta la parte che si affaccia sul mare è stata negli anni rimaneggiata e trasformata: dalla Rambla de Mar che conduce al Maremagnum, che include negozi e ristoranti, e poi cinema multisala e l’acquario, fino a Barceloneta con la spiaggia, è una zona della città molto vivace, soprattutto in estate. Noi per questioni climatiche non ci siamo avventurate. E’ comunque una zona più commerciale che storica.

Torniamo alla Rambla: per essere più corretta dovrei dire le Rambla, dal momento che si divide in vari pezzi, ognuno con nome e caratteristiche distinte (c’è quella dei fiori, quella degli uccelli, ecc.). In estate è piacevole passeggiare sotto gli alberi, in inverno il fascino è un po’ meno, ma sotto Natale con le illuminazioni accese è bella. Ovviamente parlare oggi di Rambla, vuol dire pensare anche al terribile attentato terrorista della scorsa estate, quando il furgone percorse la zona pedonale a tutta velocità investendo pedoni come fossero birilli. Mi aspettavo di trovare altarini di fiori e candele e invece non ho trovato niente! tranne ovviamente molta sicurezza: polizia a pattugliare la città praticamente ovunque.

Se potete, percorretela dal mare verso il centro città, partendo dal monumento a Colom: ovvero dal punto in cui Cristoforo Colombo si imbarcò per scoprire le Americhe; ugualmente voi cominciate il vostro viaggio alla scoperta della città.

Fra l’altro nel sottosuolo della statua c’è un piccolo tourist office, con enoteca, shop di souvernir e un ascensore che vi porta fino in cima per 6 euro (se lo comprate online lo pagate meno).

Per chi non è mai stato a Barcellona, le aspettative sulle Rambla possono essere altissime. Qualcuno si immagina viali imponenti come gli ChampsÉlysées, altri forse si aspettano qualcosa di storico-culturale. In realtà è una lunga strada alberata, pedonale nel mezzo, e con due percorsi per le automobili ai lati, con al centro bancherelle più o meno turistiche, ristoranti, artisti di strada e in un tratto rivenditori di piante. E’ una zona moooolto turistica: non fermatevi qui né a mangiare, né a comprare niente. Ricordo ancora un aperitivo di quasi 10 anni fa, pagato 90 euro!!!

Plaça de la Boqueria

A circa metà delle Rambla si trova prima il Liceu, il famoso teatro di opera lirica, andato distrutto un paio di volte, poi il mosaico di Mirò (1976) e infine il mercato della Boquerìa.

E’ la parte che mi piace di più: un po’ al centro di molti itinerari. Da un lato ci si avventura nel Barrio Gotico, dall’altra parte c’è El Raval, in precedenza chiamato Barri Xines, ovvero quartiere cinese, un tempo a luci rosse e malfamato. In un punto dello slargo non potrete non notare il bel palazzo ricoperto di ombrelli, ventagli e draghi, secondo l’usanza orientaleggiante di fine ottocento, che ospitava appunto un negozio di questi oggetti.

 

Il Mercato de la Boqueria

Come in altre città spagnole, anche a Barcellona trovate un bel mercato alimentare, che ospita stand gastronomici di vario tipo. La struttura architettonica risale al 1840, ma le origini del mercato sono antecedenti.

Mi ha ricordato il mercato di San Lorenzo della mia Firenze, con stand ricolmi di pesci e pezzi di carne, nonché frutta e verdura. Ci sono anche posti dove fermarsi a mangiare, ma preparatevi a stare scomodi. Ci si siede su sgabelli senza poter appoggiare niente, nè borsa, nè cappotto, si mangia sul bancone condiviso, ed è piuttosto affollato. Per dare un’idea del pranzo: dopo le 13.15 è già tutto pieno.

Anche sul mangiare oserei dire che è più adatto a chi ama il pesce, piuttosto che la carne. Se amate le ostriche ci sono anche da mangiare fresche.

O in alternativa il prosciutto. Che potete comprare anche sottovuoto da riportare a casa. Trovate il famoso Pata Negra dal prezzo inarrivabile. Io non lo comprerei qui..

Appena entrati ci sono un paio di stand che propongono leccornie a base di frutta, anche in modalità take away, e cioccolato e macarons.

Sono molto scenosi, e verrebbe voglia di comprare tutto. Ma a parte qualche succo di frutta a buon mercato, il resto è caro e un po’ turistico.

Consiglio di entrare, curiosare, ma per mangiare c’è di meglio, andate altrove. Non regge il confronto con quello di Madrid dove invece mi recai più volte a mangiare. Però la parte del pesce da comprare mi è parsa valida: ho visto gente del posto fare la spesa.

Poverini quei gamberi ancora vivi!

Nota: non lontanissimo dalla Cattedrale c’è anche un altro mercato, meno affascinante ma forse più autentico, ovvero il Mercato di Santa Caterina. E’ stato il primo mercato coperto di Barcellona. Lo riconoscete da lontano per il tetto di ceramiche colorate (oltre 300.000!), a forma di onda, opera di alcuni architetti contemporanei (2005). I colori ricordano quelli della frutta e della verdura che si trova all’interno del mercato alimentare. Si può anche mangiare a un ottimo ristorantino interno. Quando siamo passate noi c’era una sorta di festival davanti, con la possibilità di bere vini locali e mangiare tapas a prezzi onesti.

Barrio Gotico

Tornando verso la Rambla, infilatevi nel Barrio Gotico (Barrì Gotic), ovvero il cuore medievale, e ancor prima romano, della città. L’intero quartiere è un dedalo di stradine strette, dove è piacevole perdersi, magari scoprendo qualche negozietto di abbigliamento o artigianato dove fare shopping. Anche se talvolta è un po’ affollato di turisti, o possono arrivare odori poco rassicuranti, è una zona che a me piace molto, e ci sono passata tutte le volte che sono venuta a Barcellona! Un paio di volte ci ho pure dormito. Qui trovate una selezione di hotel nel centro di Barcellona.

Barcino fu (ri)fondata nel 14 d.C. da Augusto. Anticamente erano stati i Cartaginesi i primi a insediarsi qui – c’erano passati anche i Greci e Laeitani, ma si erano fermati nei dintorni – il nome di Barcellona deriva infatti da Hamil Barca, padre di Annibale, che guidò gli elefanti dalla Spagna fino a Roma. I resti dell’antica città romana sono visibili sotto le fondamenta del Museu d’Historia de la Ciutat in Placa del Rei.


Il museo in questa piazza, che pur contiene tante cose da vedere, come la sala dove Isabella e il marito ricevettero Colombo di ritorno dalle Americhe, e dove si riuniva l’Inquisizione, e la Cappella di Sant’Agata con opere del 1400, merita la visita principalmente per tutto ciò che è conservato nel sottosuolo. Intere strade e piazze, nonché bagni, negozi e abitazioni dell’antica Barcino romana sono visitabili con passerelle sospese.

Fa un po’ strano dover andare fino in Spagna per vedere com’era una città romana, ma premesso che noi non riusciamo mai a valorizzare quel che abbiamo, loro sostengono che, a livello di visita, questo sito archeologico sia secondo solo a Pompei.

Piazza di Sant Jaume

Passeggiando per il quartiere gotico, gira e rigira passerete da piazza Sant Jaume. Il foro Romano si trovava in corrispondenza di piazza di Sant Jaume, dominata dal Palau de la Generalitat, sede del governo catalano dal 1403. Sulla facciata all’italiana c’è un bel portale, sopra il quale campeggia Sant Jordi (San Giorgio) patrono della Catalogna. L’edificio è aperto solo in occasione della festa del santo.

Di fronte la Casa de la Ciutat, ovvero il Municipio, ospitato da un edificio del quattordicesimo secolo, ma la facciata è dell’ottocento, con due statue che danno il benvenuto: una di Jaume I che nel 1249 concesse il diritto di eleggere i consiglieri, e una di Joan Fiveller che nel 1500 introdusse una tassa per i membri della corte. Al suo interno c’è il bellissimo salone del Consiglio, il Salò de Cent, ovvero il Salone dei Cento. E’ possibile visitare il municipio ogni domenica mattina, se non cade in concomitanza con particolari feste (es. Natale) o se ci sono manifestazioni.

In questa piazza, vista la sua rilevanza politica, capita spesso di trovare piccole manifestazioni. In questo momento storico di grandi sentimenti indipendentisti ci è capitato di vedere molte persone con cartelli davanti a telecamere, e anche bandiere e striscioni appesi alle finestre in tutta Barcellona… ma tutto molto tranquillo. Nessuna violenza, nessun pericolo. Lo definirei un dissenso silenzioso e pacifico.

Passando dalla strada laterale al Palau de la Generalitat, percorrendo la piccola Carrer del Bisbe, passerete sotto un ponte sospeso che vi sembrerà familiare: l’ispirazione nella costruzione di questo passaggio aereo fu il nostro Ponte dei Sospiri di Venezia.

E’ un punto dove è facile beccare artisti di strada che suonano o cantano. Alcuni anche molto bravi. Noi ci siamo fermate a sentire una donna di una certa età che cantava con grande trasporto. Da questa viuzza si arriva alla Cattedrale.

La Cattedrale è un capolavoro di architettura gotica. Fu costruita a partire dal 1298 sulle fondamenta di un tempio romano e una moschea moresca. Se andate in estate ricordatevi che non fanno entrare le donne in shorts. Sarebbe un peccato perdersi l’interno.

Non ci si rende conto di qualto sia sviluppata in altezza la chiesa finché non si entra! Un soffitto a volte alto 26 metri che ti lascia a bocca aperta.

A destra e sinistra 28 cappelle, fra le quali è singolare quella del Santissim Sagrament con un crocifisso del sedicesimo secolo e quella de Sant Benet con una bela pala d’altare del 1452.

Il coro è decorato con stemmi araldici. Sotto l’altare c’è la cripta con il sarcofago in alabastro di Santa Eulalia, patrona della città.

Fatevi un giro dentro e poi divertitevi a guardare le oche che starnazzano nel chiostro, fra l’altro ora è l’uscita obbligata. Sotto le feste di Natale c’è anche il presepe.

L’ingresso più scenoso alla città vecchia lo potete ammirare di fianco alla Cattedrale, in un punto dove ci sono tracce delle antiche mura romane.

A questo punto potete decidere di percorrere la larga strada pedonale Avinguda Portal de l’Àngel, una via ricolma di negozi di grandi catene commerciali (Zara, Kiko, Mango, etc) per giungere a Placa Catalunya.

In Plaça de Catalunya non ci sono attrazioni storiche o culturali di rilievo, ma è un punto di snodo importante, anche per i mezzi pubblici da dove spostarsi per visitare gli altri quartieri della città, come Eixample. Per i cultori del brand, è qui che si trova l’Hard Rock Café.

Le case di Gaudì

Dopo aver abbandonato il Barrio Gotico, ed essere giunti in placa Catalunya, prendete la metro, o se preferite camminate ancora, fino a giungere al quartiere di Eixample, ovvero la parte di Barcellona che ha vissuto l’espansione (eixample appunto) di fine ‘800, secondo precisi criteri architettonici basati sulla geometria. Strade a scacchiera, isolati ad angoli smussati per permettere agli edifici di affacciarsi su incroci e piazze, e un paio di grandi viali in diagonale che attraversano la città. E’ qui che esplose l’Art Nouveau catalana, che la borghesia locale accolse con grande entusiasmo.

Dalla seconda metà dell’Ottocento la città di Barcellona visse un periodo di prosperità e sviluppo, durante il quale architetti e artisti poterono dare sfoggio del loro talento.

E’ in questa zona che si trovano le case di Gaudì più famose, oltre alla Sagrada Familia, ma anche tutta una serie di edifici forse meno noti ma altrettanto affascinanti. Se amate il genere, ci sono tour sia a piedi che con altri mezzi, con itinerari tematici. Da poco è visitabile anche Casa Terrades “Les Punxes dell’architetto Josep Puig i Cadafalch, famoso per Casa Amatler (vedi sotto). Biglietto di ingresso 12.50 €.

Fra questi ampi boulevard, il viale più famoso si chiama Passeig de Gracia, attorno al quale si sviluppa il “quadrato d’oro” ovvero un centinaio di isolati con gli edifici modernisti più interessanti e di rilievo. Sono belli anche i lampioni di Pere Falqués (1850-1916).

Fate la prima tappa al “pomo della discordia” (Manzana de la Discordia) ovvero il trio di case realizzate fra il 1900 e il 1910 da tre architetti contemporanei, ma molto diversi come stile (e immagino anche in concorrenza l’uno con l’altro). Il soprannome gioca sull’ambivalenza della parola manzana che in spagnolo significa sia isolato, ma anche mela, quasi a ricordare il pomo della discordia della mitologia.

Al numero 35 si trova la Casa Lleó Morera e poco oltre al 41 e al 43 la Casa Amatller e la Casa Batlló.

La Casa Lleó Morera deve il suo nome alle decorazioni – Lleó è il leone in catalano e Morera è il gelso – ed è opera di Lluís Domènech i Montaner. Restaurata negli anni ’80 per rimediare ai danni subiti durante la guerra civile, è oggi un’abitazione privata. Il primo piano è visitabile a pagamento, con un biglietto di circa 15 € ordinabile solo su internet.

Casa Amatller fu commissionata da Antoni Amatller, cioccolatiere di Barcellona, a Josep Puig i Cadafalch. E’ visitabile a pagamento (14 € online).

E infine c’è la celebre Casa Batllò impossibile da non riconoscere.

Casa Batlló

Casa Batlló fu commissionata a Gaudì per ristrutturare la casa di Josep Batlló i Casanovas, un imprenditore tessile. Ci vollero 3 anni e alla fine (1906) il risultato fu così stupefacente che in molti rimasero sorpresi, per non dire perplessi.

Gaudì si ispirò a forme della natura giocando sui colori del blu e su forme morbide, ondeggianti, a spirale. Usando le ceramiche ricreò elementi che ricordano draghi e rettili.

A distanza di 100 anni (2005) è stata dichiarata Patrimonio UNESCO. Da qualche anno è possibile visitarla, ma l’interno seppur bello per le sue superfici ricurve, è spoglio. Visto il prezzo del biglietto di ingresso (28 € se comprato lì, un po’ meno se online) se proprio dovete visitare una casa di Gaudì io propendo per casa Pedrera poco distante (ci arrivate anche a piedi, ma se siete stanchi riprendete la metro.

Casa Pedrera

La Pedrera (la cava di pietra) nota come casa Milà, è la più innovativa fra le case di Gaudì, e forse la mia preferita. Ci lavorò prima di dedicare il resto della sua vita alla Sagrada Familia.

Costruita fra il 1906 e il 1910 era così diversa da tutto ciò che si era visto fino ad allora, che furono molti coloro che la criticarono. Oggi è un edificio unico al mondo.

La casa è alta ben 8 piani. Sulla facciata sembra ci siano onde in pietra. Bello l’interno, con un piano arredato, e consiglio di fare il percorso sul tetto, fra comignoli che incutono terrore “espantabruixas” e forme che ricordano meringhe.

Nel mio recente viaggio ho deciso di visitare un’altra casa di Gaudì, avevo già visto due volte la Pedrera e una volta Casa Batlò, aperta per la prima volta al pubblico poche settimane fa.

Sto parlando di Casa Vicens, una chicca da vedere in poco più di 1 ora. Ne parlerò in un post dedicato su questo blog.

La Sagrada Familia

Dalla zona Passeig de Gracia o Diagonal prendete un altro mezzo – non fatela a piedi! a meno che non vogliate fare un salto alla Casa de Punxes – per arrivare alla Sagrada Familia.

Non si può venire a Barcellona senza fare la foto ricordo davanti alla Sagrada Familia, la chiesa di Gaudì mai terminata, e sempre in evoluzione (gira voce che la termineranno nel 2020). Ci sono stata quasi tutte le volte che ho visitato Barcellona e rimpiango di non aver conservato le foto, per mostrare i cambiamenti negli anni. La prima volta la vidi più di 20 anni fa!

Personalmente avrei preferito che avessero lasciato incompiuta la chiesa, con solo le parti tirate sù da lui.

In ogni caso oggi se volete entrare dovete prenotare prima l’ingresso perchè le code durano ore. Io ci sono entrata due volte e salita sulle torri (allora a piedi, oggi credo solo in ascensore) e posso dire che se andate in un weekend non vale la pena entrare. Tenete il tempo prezioso per fare altro. Se vi fermate una settimana, allora potete metterlo in agenda. Ma ricordatevi che dentro c’è poco o niente!

Da fuori, il lato più bello è quello a nord-est, con la facciata della Natività, costruita tra il 1894 e il 1930. Nei tre portali sono rappresentate Fede, Speranza e Carità. In tutta la chiesa sono presenti decorazioni a forma di piante, animali, fiori…

Scattate la foto dal laghetto per avere una bella prospettiva.

L’altra facciata, della Passione, è stata cominciata nel 1954, secondo i disegni di Gaudì. Le torri furono completate nel 1976 e da allora si lavora alla decorazione.

C’è infine la facciata della Gloria, iniziata nel 2002.

Preparatevi al caos: tutta la zona è presa d’assalto. Suggerisco di uscire dalla metro, fare le foto, e rientrare sotto per dirigervi altrove!

Altri quartieri di Barcellona

Il bello di Barcellona è anche andare alla scoperta di zone meno battute dai turisti, spesso presidiate da artisti, piccole botteghe, stilisti… io amo molto sia il Born che Raval, due zone diverse ma entrambe affascinanti.

El born

Dalla grande via Laietana ci si avventura in questa parte della città, con stretti vicoli, piena di negozi di design e ristorantini alla moda, fino a sbucare davanti alla solenna Santa Maria del Mar. Un’altra chiesa gotica che non ha niente da invidiare alla Cattedrale.

Raval

Completamente diversa l’aria che si respira nel Raval, alle spalle del teatro Liceu e del mercato della Boqueria. Quartiere multi etnico, con molta incidenza araba. Ho notato barboni e zone più malfamate. Ma anche scorci e palazzi degni di nota.

Nella piccola rambla di Raval, fra chioschini e piante, fa capolino una statua gigante di un gatto di Botero. Noi l’abbiamo cercata perchè era rappresentata nella testata della camera in albergo!

Il nostro tour invernale, di soli 2 giorni è finito qui. Ma se avete più tempo o venite in estate ecco cos’altro potete visitare:

Parc Guell

E’ il parco di oltre 17 ettari creato da Gaudì sul Monte Carmelo e infatti è un po’ scomodo da raggiungere (o a piedi o con una combinazione di mezzi pubblici). Durante la bella stagione è un must passeggiare sulla grande terrazza panoramica “Plaza de la Naturaleza“, con le balaustre colorate, ricolme di frammenti di piastrelle.


E’ da fotografare il lucertolone, pardon la salamandra, sulla fontana all’ingresso, anche se riuscire a farlo senza folla è praticamente impossibile. Purtroppo anche questo parco da qualche anno è a pagamento, ma tutto sommato ad un prezzo abbordabile.

Montjuic – La collina di Montjuic (“monte degli ebrei” in catalano) offre un giro simpatico da fare se avete tempo che vi avanza: ricordo di esser salita con le scale mobili + autobus 150 e poi ridiscesa con la funicolar, che però è spesso chiusa per manutenzione. In cima alla collina c’è un forte militare, lungo il tragitto vi imbatterete in tanti giardini diversi: il giardino botanico di 14 ettari già da solo vale la pena! se ovviamente amate la natura. Fra le altre cose c’è il museo di Mirò, il Poble Espanyol, ovvero la ricostruzione dei villaggi tipici spagnoli (le case finte fanno tanto outlet village! a me non è piaciuto granché). Molto più bello l’anello olimpico, con la bella torre di Calatrava, che si vede anche da lontano.

Placa d’Espanya – La grande piazza con le torri gemelle che copiano San Marco è da vedere nelle sere d’estate, quando c’è lo spettacolo di luci e musica delle fontane che conducono al Museu Nacional d’Art de Catalunya.

Barceloneta – Sempre in estate potete fare un salto in spiaggia, attrezzata e tenuta molto bene, e svagarvi fra locali e ristoranti di pesce. Un po’ turistica, ma è un diversivo a una vacanza di solo cultura. Tenete presente che le distanze sono grandi!

E i musei? Ce ne sono tanti da vedere. A me è piaciuto il Museo Picasso, un po’ meno quello di Mirò. Da evitare il Poble Espanyol.

Trasporti – arrivare in metro a Barcellona dall’aeroporto

Da quando hanno inaugurato la nuova linea di metropolitana, la L9 arancione, che conduce direttamente dall’aeroporto al centro città, hanno cambiato anche i biglietti dei trasporti.

Suggerisco di acquistare il biglietto da 48 ore che costa circa 14,50 euro. Questo biglietto include anche la tratta da/per l’aeroporto.

La linea L9 è una cosa recente, di fine anno 2017, perciò potreste trovare molti blog che vi dicono che ci vuole un biglietto supplementare. In realtà con quello da 48 ore è inclusa la tratta. Come distanza: calcolate che ci vuole circa 30 minuti per arrivare in centro.

Questa metropolitana è automatizzata: non c’è l’autista e tramite i finestrini si vede il tunnel davanti alla prima carrozza.

Dove dormire a Barcellona

Io ho dormito un bell’hotel situato in zona comoda sia per l’aeroporto (ci arrivi con metropolitana, treno o autobus) che per girare la città, grazie alle due fermate della metro vicine. E’ stato di recente ristrutturato, e le camere sono pensate secondo logiche moderne.

La cosa che mi è piaciuta di più: la super colazione! Un buffet di leccornie dolci e salate, molto invitante: c’erano dolci tipici spagnoli, muffins, torte, frutta fresca già tagliata, affettati, formaggi, uova, salsicce e un sacco di altre cose. Per cominciare alla grande la giornata!

Expo Hotel Be Urban

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