6 Marzo 2013 • 2 commenti

Siena: quanti ricordi, una città da (ri)scoprire

In Toscana

Nonostante io abbia studiato a Siena, e per 5 lunghi anni abbia percorso in lungo e largo le sue salite e discese, posso dire di non aver mai dedicato troppo tempo a visitarla. Accettare per me di fare un blog tour a Siena è stata quindi un’occasione per conoscerla meglio.

Al momento di fare un post su questo blog mi si è presentato un grosso dilemma: fare un post descrittivo sullo stile dei miei soliti (cosa vedere a Siena, Siena da scoprire, notizie utili per visitare Siena, ristoranti e luoghi meno turistici a Siena..) oppure fare un post emotivo sullo stile di Francesca?

Alla fine ho optato per percorrere una doppia strada. Nel primo post (questo) parlerò di alcuni aspetti emotivi che mi hanno colpito, nel secondo (forse anche più di uno) parlerò di info utili per i turisti. Perciò se non vi piace l’idea di leggere i miei pensieri e i miei ricordi personali, saltate pure all’altro!

Non tornavo a Siena più o meno dal giorno della mia laurea, il 9-9-1999. Sì, ogni tanto ci sono passata (per la mostra di Milo Manara a Santa Maria della Scala o per far visita a qualche amico), ma diciamo che non camminavo in lungo e largo per Siena, come ho fatto in questo weekend, da oltre 10 anni.

Innanzitutto mi sono sorpresa nel constatare quanto allora camminavo più di oggi! Ho fatto mente locale alla strada che ogni giorno dovevo percorrere dalla fermata della Sita (accanto allo Stadio), fino alla facoltà di Lettere (via Roma). Era tantissima strada! Se mi ricordo bene con le mie compagne di Università, pendolari come me, eravamo sempre di corsa a prendere l’autobus… Oggi non cammino più così tanto! Ma oggi come allora, confermo: a Siena ci vogliono scarpe comode. Non come queste due pazze che sfoggiano (bellissime) scarpe dal tacco vertiginoso, rischiando la vita! (credo fossero a un matrimonio…).

Ero curiosa di vedere l’effetto che mi avrebbe fatto ripassare da certe strade, ma avevo completamente dimenticato certi angoli e certe piazzette. Via via che percorrevo l’itinerario suggerito dal foglio che avevo in mano, mi sono sorpresa nel riconoscere alcuni luoghi.

La salita di via Duprè per arrivare alla mensa universitaria (arrivavi in cima e avevi già fame!), il giardinetto davanti alla Chiesa di Santa Maria dei Servi, dove studiavo il manuale “Internet 97” (eh!) mentre speravo che  mi notasse il ragazzo che mi piaceva, il muretto in piazza del Mercato dove ho fatto la foto il giorno della laurea e il bar sotto l’aula dove mi sono laureata in via Roma.

E ancora: la chiesa di San Francesco con l’aula di Economia Aziendale, così scomoda da raggiungere, la porta dietro la quale c’era “Mastro Bulletta”, la copisteria che riforniva tutta la nostra facoltà (oggi è chiusa, che sia fallita?) dalle parti di via Sallustio Bandini.

I ricordi mi hanno assalito così violentemente da stordirmi. Accompagnati da una dolce nostalgia. Mai allora avrei immaginato che a distanza di 15 anni sarei tornata a fare la blogger!! Sono contenta di aver fatto questo tour da sola, per rivivere con me stessa tutte queste sensazioni.

Oltre ai ricordi, altre emozioni mi hanno colto.

Un aspetto che mi ha sorpreso di Siena, è stato il suo vivere quotidiano. Lontano dalle folle dei turisti che assediano piazza del Campo e il Duomo, nel resto della città c’è ancora un’aria da vita di quartiere.

Complice la bellissima giornata di sole, era un piacere respirare il profumo di bucato, proveniente dai panni stesi nei vicoli (che bello vederli sventolare al vento!); o guardare i bambini giocare nei parchi giochi, nascosti fra le case.

La signora con la busta della spesa, il vecchietto con il pane e il giornale, gli studenti che vanno a lezione o il ragazzo che va al lavoro con lo scooter. Tutte immagini di chi non si sorprende più di vivere in una città così dannatamente bella.

Perché Siena bella lo è davvero. Io vengo da Firenze e amo la mia città. Ma Siena, con i suoi vicoli stretti e i passaggi sotto gli archi, le case in mattoni rossi, gli scorci sulla campagna circostante, è davvero bella.

E’ come se fosse rimasta ferma al medioevo. Salvo poi trovare una Vespa o una Fiat Cinquecento parcheggiata in un vicolo in salita (una lotta perenne con lo spazio e con la gravità).

Prima di lasciar spazio agli altri post, credo sia doveroso ringraziare Silvia Ceriegi di Trippando, che mi ha contattata per questo blog tour, e le due donne che ho conosciuto a Borgo Le Grondaie: Amina e Gaia. Vivaci, instancabili, gentilissime. Dai caratteri opposti, sono davvero due begli esempi di gestione al femminile di una struttura ricettiva, nonché due miniere viventi di aneddoti e racconti su Siena.

Last but not least un grazie e un saluto alle mie compagne di viaggio Francesca e Simona che hanno vissuto e raccontato la loro Siena. Divise fisicamente (#unterzociascuno) ma unite nel web.

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