8 Aprile 2019 • Nessun commento
Tornare a Sharm dopo tanti anni…
MareEra da qualche anno che non tornavo a Sharm el Sheikh. Il terrorismo, gli attentati, il clima di paura verso tutto ciò che è mondo arabo, mi avevano allontanato da un Paese, l’Egitto, che ho amato e visitato più volte in vita mia.
E’ sicuro andare sul Mar Rosso ora?
Prima di partire per il Mar Rosso ho avuto molti dubbi. Avevo paura dei terroristi che si immolano per Allah, delle bombe, degli attacchi ai turisti… ma devo dire che le cose ora sembrano più tranquille. O meglio, non sono più pericolose di farsi un viaggetto a Parigi, Londra o Barcellona.
Ho notato molta sicurezza, molti controlli anche in aeroporto, in alcuni casi lunghi e farraginosi: al rientro ci sono volute quasi 2 ore per riprendere il volo!
Ma nel complesso ho trovato una situazione tranquilla. E non solo nei villaggi. A Sharm vecchia, a Naama Bay, a Shark Bay, e nelle altre escursioni in catalogo, non ho percepito pericoli. Mi pare abbiano eliminato la salita sul Monte Sinai e non pubblicizzino più la folle gita al Cairo, (la definisco folle per le ore di distanza) e in effetti lì avrei ancora qualche timore ad andarci pure io, ma per il resto l’aria che si respira è di normalità.
Di certo c’è stato l’abbandono, la scomparsa per qualche anno dei turisti italiani dal Mar Rosso, e dopo di loro dei russi. Ora si ricominciano a vedere, ma con molta timidezza. Ho perso il conto delle persone che mi hanno chiesto “è sicuro andare ora sul Mar Rosso? ci sono pericoli?“. Lungo la strada si intravedono villaggi e resort abbandonati, dove un tempo i pullman scaricavano comitive di turisti.
Ma un po’ di ripresa c’è. I grandi tour operator hanno ricominciato a investire in nuove strutture, ricche di servizi e comfort (del mio bell’albergo parlerò nel prossimo post).
Io e l’Egitto: un amore che dura da anni
Ricordo il primo viaggio in Egitto, la Crociera sul Nilo, fatto a circa 18 anni, insieme a mia zia, in quello che sarebbe stato per anni, e forse lo è ancora, il viaggio più bello della mia vita: fra tombe di faraoni, templi pieni di simboli floreali e divinità a forma di animali, esplorammo Luxor, la Valle dei Re, le Piramidi e molto altro. Il Museo del Cairo mi affascinò tantissimo e porto ancora negli occhi le immagini di quelle teche ricolme di gioielli e ori di millenni fa.
Ricodo che allora una simpatica guida, che parlava benissimo italiano, ci disse che gli italiani in vacanza vogliono sempre 3 cose: andare in bagno, telefonare (non c’erano i cellulari allora!) e mangiare (bene)! Ma ci confidò, un po’ preoccupato, che notava quanto la situazione di rispetto e integrazione religiosa stesse mutando. Lui era di religione cristiana, come tanti altri egiziani, e si era accorto che il fondamentalismo islamico stava prendendo sempre più piede. Ce lo raccontò in tempi non sospetti, molto prima dell’attacco alle Torri Gemelle. Se lo avessimo ascoltato..
Sempre la mitica zia, qualche anno dopo, mi fece scoprire il Mar Rosso e in particolare la bellezza della barriera corallina: ricordo che presi persino il brevetto Padi da sub (a pensarci ora! ma allora avevo sì e no 25 anni).
A Sharm negli anni ci sono tornata più volte, con le amiche, da sola e con la mia dolce metà. Sono andata anche a Marsa Alam. Ogni volta ero felice. Certo, le esperienze erano diverse da villaggio a villaggio: spesso ho avuto problemi gastrointestinali, a causa di una diversa concezione dell’igiene in cucina. Ma nel complesso era una destinazione che amavo frequentare.
Mi sono sempre piaciuti anche gli egiziani, con la loro voglia di contrattare fino allo sfinimento, che non può prescindere dalla convivialità, fra un tè alla menta e un dolcetto al miele dal sapore stucchevole. E noi italiani piacciamo a loro, perchè stiamo al gioco: ci scaldiamo, fingiamo di arrabbiarci, replichiamo gesticolando, contrattiamo, ma sempre col sorriso e accettando il sistema, anzi pretendendo di fregare loro, quando sappiamo benissimo che i prezzi sono super gonfiati! Non siamo come altri popoli europei che reagiscono con freddezza e stizza al gioco, o come gli asiatici che accettano il prezzo senza battere ciglio!
Perché ho deciso di tornare a Sharm El Sheikh
Ho deciso di tornare a Sharm perché credo che a un certo punto ti devi anche rifiutare di sottostare a questo ricatto globale, che ti instilla il terrore di viaggiare e ti fa evitare intere aree geografiche. Un po’ sarò fatalista, un po’ ho letto fior fior di recensioni su Tripadvisor e su Facebook, di persone che raccontavano quanto si stava bene sul Mar Rosso.
Ora che sono tornata ve lo confermo: si sta bene! Chiaramente non posso escludere che non succeda mai più niente di pericoloso, nonostante i controlli, i metal detector davanti agli hotel, e i poliziotti ovunque. Ma non posso escluderlo neppure a Nizza o Bruxelles.
Ho constatato la voglia di garantire la sicurezza da parte degli organi pubblici. Ricordiamoci che la scomparsa dei turisti è stata una danno enorme per la popolazione e per l’economia dell’Egitto, e quindi è loro interesse evitare succedano altri incidenti o attentati.
E le donne in Egitto?
In Egitto non ho mai trovato atteggiamenti troppo discriminatori verso le donne. Seppure qualche velo in testa – chador o hijab – si vedesse per strada anche allora, erano l’eccezione. In generale non ho mai notato estremismi o tensioni di tipo religioso. Non mi era mai successo, come mi è capitato stavolta, di imbattermi in donne col burka o con una sorta di costume da bagno che copre tutto il corpo, che sui giornali viene chiamato Burkini.
Oggi non so esattamente come siano le condizioni femminili delle donne egiziane. Mi ha fatto un effetto strano vedere una giovane coppia all’aeroporto di Sharm con lui vestito all’occidentale, ovvero t-shirt, jeans e sneakers di marca, e lei tutta coperta da un velo nero. Erano affettuosi fra di loro, si tenevano per mano, lui le dava bacini sulla piccola parte di volto scoperto intorno agli occhi. Mangiavano patatine fritte e bevevano Coca Cola. Insomma una coppia come tante. Tranne il fatto che di lei si vedessero solo occhi e scarpe.
Comunque sono stati pochi casi isolati. Il resto delle persone che ho visto nella mia settimana di ferie era composto da una massa di turisti bianchicci, o arrossati, mezzi nudi, provienenti da tutto il nord Europa, oltre che da altri parti del mondo, come l’Ucraina e il Kazakhistan.
Ho condiviso la mia vacanza con famiglie, giovani coppie, e piccole comitive in fuga dai freddi europei, alla ricerca del relax e di un po’ di tintarella.
Gli hotel: a Sharm el Sheikh ci sono alberghi per ogni fascia di prezzo, da quelli accessibili ai super lusso (c’è persino il Four Seasons!). Rispetto ad anni fa è più facile prenotare direttamente la camera, andando su Booking (qui trovate la selezione) e poi a parte il volo.
Fra un cocktail bevuto a bordo piscina e un’abbuffata al chilometrico buffet del ristorante, quasi ci si dimentica di dove siamo, e non ci si domanda cosa ci sia fuori dal villaggio, oltre quelle montagne di sassi.