9 Aprile 2014 • 1 commento
Badia a Passignano
In ToscanaNel nostro blog tour #Chiantidavivere abbiamo fatto tappa anche a Badia a Passignano, un borgo incantevole non lontano da Tavarnelle. Ci sono stata qualche estate fa di passaggio, e una volta a fare il bagno al laghetto privato! (quando ero giovane). Ma non avevo mai visitato nè l’abbazia, né ero entrata dell’Osteria. E’ un posto incantevole, che già dalla strada mostra il suo fascino, circondato da vigneti perfettamente allineati.
La Badia a Passignano ha origini piuttosto remote, probabilmente è di origine longobarda, ma ne abbiamo testimonianza certa solo dal IX secolo. E’ famosa per la storia di San Giovanni Gualberto, fondatore dell’ordine di Vallombrosa, qui sepolto. Un personaggio che contestava le pratiche di simonia della chiesa di allora.
Nei secoli l’abbazia ne ha viste di tutti i colori, passando di proprietà più volte. Ci ha fatto un salto persino Napoleone che, come nel suo stile, ha depredato quel che poteva. Con l’Unità d’Italia l’insieme fu ceduto allo Stato per poi essere venduto a un conte polacco che lo trasformò in una sorta di castello medievale, con torri merlate, un giardino all’italiana e ricoprendo gli affreschi originali con immagini più consone a lui (per intendersi nella sala da gioco non amava vedere immagini di santi!).
Nel 1986 l’intero complesso è tornato in parte nelle mani del monaci vallombrosani – qui rappresentati da un numero davvero esiguo, appena 8! – e in parte è stato affidato alla gestione della famiglia Antinori, che ha comprato anche tutte le vigne intorno.
Per quanto riguarda la prima faccia, ovvero quella religiosa: il complesso in genere non è facilmente visitabile, ma tramite la Proloco secondo me si riesce a far miracoli.
Dentro l’abbazia c’è un bel giardino all’italiana, di fianco a un edificio che un tempo era per i contadini e oggi è adibito a luogo di ritiro spirituale con circa 40 posti letto, cucine attrezzate e un piccolo centro congressi. Passando oltre, si entra nella chiesa dedicata a San Michele (la statua del santo sul tetto è una copia, l’originale è all’interno), con affreschi dell’Allori e la tomba appunto di San Giovanni Gualberto.
La chiesa è aperta ogni domenica, da Pasqua all’autunno, e su appuntamento ogni lunedi mattina con visita guidata. Dalla chiesa si accede al bel chiostro appena restaurato.
Passato il chiostro si arriva alla sala più importante: quella con il maestoso affresco del Ghirlandaio. Da lì l’ultima parte della visita nella vecchia enorme cucina dei monaci, con un camino talmente grande da potercisi sedere dentro in 14 (provato!).
La seconda faccia di Badia a Passignano è – come dicevo – quella legata al mondo del vino. La famiglia Antinori oltre ai terreni intorno al monastero, ha ottenuto dai monaci la possibilità di usare le antiche cantine sotterranee, dove vengono conservate centinaia di barriques.
Non ci sono macchinari perché non è stato loro concesso, ma la temperatura ideale di queste cantine è preziosa per la conservazione del vino. Sono affascinanti se si pensa che una parte è sicuramente risalente all’anno 1000. Oltre alle vigne e alle cantine, la famiglia Antinori ha qui aperto un ristorante nel 2000 molto quotato.
Nel 2007 ha ricevuto la Stella Michelin. Gestito dai 2 giovani chef Matia Barciulli e Nicola Damiani, propone menù degustazione (70 € senza vino, 120 € con i vini in abbinamento alle singole portate) e ovviamente i numerosi vini del gruppo, fra i quali troneggia sua maestà il Tignanello.
[…] aver parlato dettagliatamente di San Donato, delle Cantine Antinori al Bargino e di Badia a Passignano, voglio fare un post più generico, indicando alcune cose viste durante i 3 giorni del Blog Tour […]