23 Giugno 2014 • Nessun commento

Istanbul: i gatti, le persone, i bazar…

Viaggi in Europa

Proseguiamo con il racconto di viaggio di Maria, che ha visitato Istanbul per la prima volta dopo la laurea. Dopo aver parlato delle gigantesche moschee, ecco che le sue impressioni si spostano sulle persone e… sugli animali!

Eminonu, il quartiere dei bazar, è facilmente raggiungibile a piedi dal quartiere di Sultanahmet, per dei piedi allenati, per degli occhi curiosi e per delle menti motivate ad esplorare la città nelle sue mille sfaccettature, per un turista non timoroso di inoltrarsi nei vicoli meno esposti e, perché no, perdersi. Mi è capitato proprio questo; proseguendo dalle Moschee ai Bazar mi sono ritrovata in un mercato genuino e rionale, più precisamente nella zona dei corredi e degli abiti da sposa. Giovanissime ragazze col velo (all’apparenza poco entusiaste), sceglievano, sempre accompagnate dalle loro attentissime madri col burqua, il proprio abito e corredo di matrimonio. Una fantasmagoria di pizzi, veli e organza dai colori più svariati confondono gli occhi del turista affascinato da questa realtà, e come al solito bambini scalzi, venditori di caramelle e dolciumi, spezie e frutta secca, gatti ovunque.

gatti a istanbul
Non mi sono ancora soffermata su questa peculiarità turca. I gatti randagi sono numerosissimi, tollerati e tenuti benissimo. Non sarà raro, per il turista seduto a far colazione con uno degli eccezionali dolci al miele e frutta secca, trovarsi un micione strusciarsi sulle sue gambe, e con un sinuoso movimento salire sul tavolo a fare le fusa.

Schermata 06-2456831 alle 09.23.23
Il gatto è un oggetto d’ornamento. Accoglie il turista spaesato e stanco alla reception dell’ostello. Lo si può vedere, orgoglioso della sua bellezza, acciambellato nelle vetrine di negozi dell’usato e modernariato, negli studi fotografici di giovani artisti emergenti e nei negozi d’abiti etnici o di strumenti musicali.
Questa tipologia di negozi è presente nella parte bassa del quartiere di Beyoglu, attraversandolo da Piazza Taksim, scendendo verso il mare (e scrivo “scendendo” perché proprio di una discesa si tratta: la città è costruita su colline, le strade, in salita e discesa, sono ripidissime percorribili a stento) si raggiungerà il quartiere degli artisti (Buyuk Hendek Sokagi, per dare un punto di riferimento sulla cartina), interessantissima nuova contraddizione, in una città che pare reggersi proprio sulle discordanze. (Da notare che, alle ultime elezioni è salito al governo il partito conservatore di destra e maggiormente tradizionalista).

bazar di istanbul

Le contraddizioni non mancano in questo paese a cavallo tra Europa e Asia, al bivio tra discoteche e Moschee, tra infibulazione e reality show.
Istanbul è una città colorata, odorosa, in fermento, che investe il visitatore con la sua architettura antica e le sue sregolate costruzioni moderne, l’abbandono in cui verte lascia l’amaro in bocca e fa arrabbiare, ma in fondo, essendo italiana, mi sono un po’ sentita a casa.

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