19 Luglio 2013 • 1 commento

Girolanga: da Roccaverano alla scoperta delle Langhe

Weekend in Italia

Oggi ospito il guest post di mio fratello, inviato speciale al blog tour “Girolanga” nelle Langhe.

E’ la prima volta che scrive per questo blog, ma credo che abbia un talento da blogger non da poco.

Ecco le sue parole..

“Una semplice insegna in legno indica così il punto più alto di questo inaspettato e piacevole fine settimana a spasso per la Langa astigiana. È l’ultimo giorno del mese di giugno, una calda ma non caldissima domenica, e sono più o meno le 13.


Ma per sapere come son finito in questo incantevole angolo di Piemonte, ricco di gustose sorprese (su tutte, per me, la Robiola e la Chiesa di San Giovanni di Roccaverano), bisogna tornare indietro di qualche settimana.
Da quando è diventata “famosa” (☺), Elena non riesce a stare dietro a tutte le offerte di collaborazione. Così, circa 5 settimane fa, quando viene contattata da per, decide di mandare il sottoscritto, in veste di valido collaboratore (?) del blog e sopra tutto di provetto (!) camminatore, al posto suo. Si tratta di un’iniziativa organizzata da ItinerAria , col sostegno della Provincia di Asti e la collaborazione della Comunità Montana e del CAI, per promuovere la poco conosciuta rete sentieristica della Langa Astigiana attraverso i social network.
Volentieri accetto. Mi piace camminare. Ed è una parte d’Italia completamente sconosciuta per me.

Torniamo ora avanti nel tempo e saltiamo così direttamente a venerdì 28 giugno.
Mentre su Asti calano le prime ombre della sera, zaino in spalla, esco dalla piccola stazione ferroviaria della cittadina e scopro di essere l’ultimo ad arrivare all’appuntamento. In auto già m’aspettano Alberto Conte e sua moglie Susanna e le 2 “colleghe” blogger coinvolte in questa iniziativa: Sara, di Milano, e Silvia, della “provincia di Treviso”, come dice sempre. Si riveleranno entrambe (anche un po’ a sorpresa) una compagnia estremamente piacevole. Alberto, di ItinerAria, è l’organizzatore del Girolanga: fin dal principio da l’impressione di uno che sa il fatto suo, uno davvero in gamba (impressione poi confermata nei giorni seguenti). Una rapida presentazione e partiamo subito verso sud.

Ben presto cominciamo a salire. Passiamo per Monastero Bormida e attraversiamo – purtroppo solo in auto – un bellissimo ponte medievale in pietra. E continuiamo a salire.
La prima impressione è netta: son colline alte ed aspre dove i vigneti e le coltivazioni lasciano sempre più posto ai pascoli e ai boschi. Molto diverse, certo, dai nostri colli toscani.
Dopo un’oretta circa giungiamo alla prima tappa.

L’agriturismo “biologico” dove passeremo le 2 notti: Cascina Rosso. “Un vero paradiso in Piemonte”, recita il depliant. Iperboli a parte, incantevole davvero è il luogo. Si lascia la strada, 3/4 km prima di Roccaverano, e si scende sulla destra, sul fianco della collina, per un breve tratto, fino a una specie di terrazza naturale, che s’affaccia sulla piccola valle sottostante e che permette d’apprezzare in un vasto panorama naturale una generosa porzione delle langhe ed anche parti delle Alpi, fino al Monviso (come scopriremo il mattino seguente, al nostro risveglio).


La struttura è gestita da 2 veri e propri “personaggi”, 2 “alternativi” come direbbe mia zia Rita, simpatici e chiacchieroni. Adriano era un pilota di aviazione civile. A un certo punto ha deciso di cambiar vita. Insieme alla moglie, che è statunitense, ha lasciato l’America ed è tornato in Italia dove si è messo a fare l’agricoltore. Molto ha imparato da internet, dice. Con profitto, aggiungo io, se penso ai suoi lamponi.
Judith è scultrice ed insegnante d’inglese. Ed è – ça va sans dire – anche vegetariana.


L’offerta dell’agriturismo è particolarmente ricca. Due appartamenti con cucina, colazione inclusa, prodotti biologici coltivati da Adriano, lezioni d’inglese di Judith, classi di Reiki e EFT (ossia Emotional Freedom Techniques: se non sapete cosa diavolo siano, non vi preoccupate. Anche chi scrive non ne ha la minima idea. Se invece lo sapete, per favore scrivetemi e spiegatemelo. Sul depliant si dice che l’EFT è “un metodo naturale di grande successo internazionale; può eliminare diversi problemi fisici e psicologici”. Un po’ vago, vero?)
Infine, vi ha la sua sede “Positivamente in Langa”, un’associazione culturale “basata sull’importanza di una positiva attitudine mentale nella vita”.
Insomma, un posto delizioso.


Non vi sono né piscina né wi-fi. A parte le ragioni ecologiche (per la piscina), Adriano e Judith preferiscono che i loro ospiti si godano le langhe, con camminate ed escursioni, piuttosto che vederli passare tutto il tempo della loro permanenza a Cascina Rosso a bordo vasca o collegati ad internet!
Una scelta coraggiosa, che probabilmente gli farà perdere anche qualche cliente, e, in quanto tale, rispettabilissima.
Lasciati i bagagli, fatto il letto, saliamo di nuovo in auto. Ci dirigiamo a Roccaverano. Passiamo sotto una bella torre medievale e in pochi minuti siamo in paese.

Roccaverano

È il comune più alto della provincia di Asti, 750 metri, e rappresenta un po’ la “capitale” della langa astigiana. Fungerà da “campo base” per le escursioni dei 2 giorni seguenti.
Già feudo degli Aleramo e poi dei Del Carretto, questo paese, ora di 458 abitanti (fonte Wikipedia), è stato un centro di notevole importanza nel medioevo, in virtù – sopra tutto – della sua posizione strategica, fra Piemonte e Liguria. E in effetti da quassù si domina tutta la Langa.
Una breve visita a piedi fra case di pietra, severi portali e suggestive visioni panoramiche ci permette di apprezzare tutto lo spirito del luogo, nonostante l’orrenda sede in cemento del Comune (per certi crimini ci vorrebbe la pena di morte). Giungiamo alla bella piazza centrale, su cui si affacciano una sorprendente chiesa del 1509 (probabilmente realizzata su disegno del Bramante), le rovine del castello ed un’alta torre medievale, nonché l’unico ristorante del paese.
Infine, last but not least, Roccaverano da il nome a un formaggio, la Robiola di Roccaverano appunto: prodotto solo fra le colline della Langa astigiana, è l’unico caprino ad aver avuto la DOP (è anche Presidio Slow Food). Dimenticate il formaggio della pubblicità! Questo è uno dei migliori caprini che abbia mai provato.
In paese ci aspettano Sabrina, Emilie e Lucia, tutte piemontesi (a dire il vero, Emilie, che bionda è e bianca come una Venere del Botticelli, è mezza francese).
Sabrina è una delle nostre guide. Giovane gentile e graziosa, distribuisce con generosità sorrisi ed entusiasmo. Le si perdona più che facilmente qualche piccolo difetto di preparazione (è molto giovane, si farà).


Finalmente andiamo a cena. Il Bar Osteria del Bramante di Nervi Giselda è l’unico ristorante di Roccaverano. Cucina casalinga tipica piemontese. Della cena segnalo un discreto sformato di verdure con fonduta di formaggio, degli eccezionali plin ripieni di carne al burro e salvia (me ne sarei mangiati 3 piatti!) ed una buona torta di nocciole. Le nocciole sono uno dei prodotti più caratteristi della langa.


Poi Alberto ci riporta a Cascina Rosso. Al nostro meritato riposo. Trovare la strada non è facile. Ma qualche giro in più favorisce l’incontro con un paio di cerbiatti.
Buonanotte.”

La seconda puntata nel prossimo post!

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