14 Aprile 2013 • Nessun commento
Il mio Vinitaly
Weekend in ItaliaA distanza di una settimana, trovo il tempo di postare le mie impressioni sul Vinitaly 2013. Il Vinitaly è un evento che chiunque si interessi al mondo del vino deve visitare: oltre 4200 aziende vinicole su una superficie espositiva di oltre 95.000 metri quadrati. Grande l’affluenza: Vinitaly 2013 ha registrato 148.000 presenze, di cui 53.000 dall’estero. Se il Merano Wine Fest è più per esperti e addetti ai lavori, Vinitaly tutto sommato è per tutti. La prima volta può essere un po’ disorientante, anche perché i padiglioni sono immensi e si rischia di perdersi un po’, se non si ha una linea da seguire. Ero molto indecisa se postarle qui o su Io Amo Firenze, ma visto che si tratta di una gita a Verona, eccole qui.
Quindi, domenica 7 aprile, sveglia all’alba, ritrovo davanti all’Hilton di Firenze alle 6.30 e partenza alle 7 con il pullman della Fisar e via. Ottima idea quella di andare in pullman. Nessuno stress a guidare, si può bere un bicchiere in più senza preoccuparsi della guida, al ritorno si può dormire e si risparmia sul viaggio.
Ero in compagnia di un’amica e delle rispettive mamme. Insomma una gita tutta al femminile. La giornata non era delle più belle, con cielo grigio e tanta voglia di piovere. Ma dopo un po’ l’atmosfera era così allegra, sia dentro che fuori gli stand, che nessuno faceva caso al meteo.. ed è spuntato pure il sole!
Appena entrate, o meglio appena superato il muro umano davanti all’ingresso, abbiamo cominciato il tour dalla Regione Sicilia, molto scenoso fin dall’esterno. Purtroppo una volta dentro non siamo riuscite a identificare facilmente i nomi dei produttori che ci erano stati indicati, nonostante il catalogo, l’iPad e le domande a giro. Dopo qualche assaggio casuale, fra cui anche qualche vino biologico, abbiamo cambiato Regione.
Così siamo passate al Padiglione Trentino, che ho scoperto con sorpresa essere distinto dall’Alto Adige (!). Appena varcata la soglia, una simpatica ragazza ci ha fermate per assaggiare (alle 11 del mattino!) un’ottima grappa di Teroldego Bertagnolli, zona Mezzocorona.
Da lì siamo andate a colpo sicuro allo stand Letrari per assaggiare il Brut Riserva 2007 (3 bicchieri Gambero Rosso) e il dirimpettaio Cesarini Sforza per il Brut Rosé. Non male.
Ma quello che invece ci ha conquistate è stato lo stand Zeni, sia per la disponibilità del ragazzo dietro al banco, che per i due vini degustati, entrambi ottimi: il Teroldego Schwarzhof Ternet (3 bicchieri Gambero Rosso) e un Moscato Rosa 2011.
Dopo il Trentino ci siamo spostate in Veneto, dove una super folla si assiepava intorno ad Antonella Clerici.
Allo stand Latium Morini, abbiamo assaggiato un ottimo Amarone della Valpolicella Campo Leon annata 2008 e un Ripasso Campo dei Ciliegi 2010, composto da Corvina e Corvinone 70%, Rondinella 20%, Oseleta e Croatina 10%. Molto interessante: sia come complessità che come alcolicità, era ben equilibrato.
Altro spostamento e ci siamo dirette in Piemonte, cominciando con un Barbera Coppo non troppo profumato, ma tutto sommato morbido e ben strutturato.
Proseguendo ci siamo fermate in un altro bello stand, dove abbiamo assaggiato prima un buon Barbera Bric dei Banditi dal profumo delicato, e a seguire l’ottimo Barbera d’Asti Montruc Franco Martinetti. Un vino più importante, grazie anche al passaggio in barrique. Non sorprende abbia vinto così tanti premi.
Non potevamo abbandonare il Piemonte senza provare almeno un Nebbiolo e così abbiamo provato due vini Tenute Sella, Lessona e Bramaterra.
Poca distanza in linea d’aria fra i vitigni dei due vini, molta differenza nel bicchiere, a causa della diversa composizione del suolo (sabbiosa in un caso, vulcanica nell’altro).
Abbiamo poi proseguito velocemente verso l’Alto Adige con una pausa da Franz Haas (Moscato Giallo e Pinot nero) e Baron di Pauli. Ma un po’ la stanchezza, un po’ la folla, un po’ la scarsa considerazione, ci ha fatto dirigere verso il Friuli, dove avevamo fissato una degustazione.
La degustazione presso lo Stand Cormons
Avevamo prenotato una degustazione presso i produttori Cormons, che provengono dal Friuli (mia mamma giocava in casa!). Innanzitutto devo fare i complimenti per il magnifico stand, davvero imponente.
Ma veniamo alla degustazione. E’ stata molto interessante: un giro del mondo in bicchiere per assaggiare Pinot Grigio di diverse parti del mondo. Il bravo Ciro Fontanesi ha condotto brillantemente la degustazione dei 6 vini, che erano:
- Doc Collio Pinot Grigio 2011 – Cantina Produttori Cormons (Friuli)
- Grassnitzberg Grauburgunder Erste STK Lage 2011 – Erich & Walter Polz (Astiria, Austria)
- Acrobat Pinot Gris 2010 – King Estate (Oregon, USA)
- Rangen Pinot Gris Grand Cru 2009 – Zinck (Alsazia, Francia)
- Pinot Grigio 2010 – Valter Sirk (Gorska Brda Slovenia)
- Szurkebarat 2011 – Laszlo Szremley (Badacsony AOC, Ungheria)
Incredibile come lo stesso vino possa cambiare così tanto (ignoravo che lo producessero persino in Oregon!), a causa ovviamente del clima e del terreno. Da quello estremamente dolce dell’Alsazia, all’ungherese molto tannico, all’austriaco in bocca compatto e di una discreta acidità, all’americano meno strutturato ma assai bevibile.
La tavolata era grande e la dividevamo con altre persone, fra cui due ragazzi simpatici di Udine che hanno un ristorante (Hostaria al Fari Vejo, ci dovrò andare!).
Dopo questa bella degustazione, eravamo cotte. Così abbiamo passeggiato pigramente dentro lo Stand del Friuli, giusto per assaggiare un Picolit, un Ramandolo e uno Schioppettino. Dopodiché abbiamo dato forfait. Alle 18 il nostro pullman ci attendeva per riportarci a casa. Sulla via del ritorno la stanchezza e il vino hanno avuto il sopravvento facendoci crollare.
Aspetti negativi del Vinitaly
Code: Vista la tanta affluenza è inevitabile che ci siano un po’ di code: all’ingresso, alle degustazioni più interessanti e agli angoli ristoro (per questo grande consiglio quello di portarsi acqua e panini da casa!).
Poca gentilezza in alcuni stand: capisco che ristoratori e acquirenti siano un target più appetibile di 4 signore in gita a Verona, ma se sei al pubblico un minimo di gentilezza la dovresti sempre avere. Non è che a me mi ignori o mi tratti male, e a quello accanto gli stendi il tappeto rosso. Per fortuna non tutti gli stand sono così.
Poco tempo: Mi dispiace non aver potuto visitare tutti i padiglioni, nè assistere ai molteplici seminari o visitare stand di altre categorie. Ma un giorno per visitare Vinitaly è decisamente troppo poco!
Dislocazione stand: Nonostante noi avessimo il catalogo, l’Ipad e alcuni riferimenti in mano, molte volte non siamo riuscite a trovare lo stand che cercavamo. I pannelli con le indicazioni touch non funzionavano correttamente e i cartelli spesso non corrispondevano. Peccato.
Mi hanno anche detto che la suddivisione in Regioni sta diventando sempre meno rigida, anche perché il desiderio di visibilità altera un po’ le normali logiche geografiche.
Consigli utili per chi va al Vinitaly
Se non siete mai stati a Vinitaly ecco cosa vi puo’ servire:
- panino o crackers salati, per evitare le code al bar e i furti… 1 panino + 1 acqua piccola 5 €.
- acqua, dopo un po’ non ne potrete più del vino. Potete anche lasciarla in auto/pullman.
- blocco per prendere appunti, perché la memoria al 4° vino già traballa.
- iphone o ipad o macchina fotografica, così anzichè trascrivere tutto, fate tante foto ai vini e alle etichette.
- vestitevi a cipolla, dentro i padiglioni si muore di caldo. scarpe comode, i km da macinare sono tanti! borsa a tracolla per avere le mani libere.
2 Considerazioni finali sul vino
1) Altro che crisi: via libera ai mercati emergenti (BRIC)
Si legge molto della crisi in generale e in particolare del mondo del vino. A parte che io ho non ho annusato aria di crisi, al contrario girando per gli stand ho trovato fiducia, ottimismo e tanta energia, ma l’export è in continua crescita. L’Italia è il primo paese al mondo per produzione (40,8 milioni di ettolitri prodotti nel 2012), ma ha visto un drastico calo di vendite nel mercato interno (40 litri a testa l’anno). Se non fosse per l’export sarebbe decisamente un momento difficile per il mondo del vino. Ecco che l’attenzione ai paesi emergenti (BRIC) è molto forte. Sarà per questo che quest’anno c’era addirittura per la prima volta una delegazione ufficiale del Ministero del Commercio della Repubblica Popolare Cinese. Forse per via dei suoi 190 milioni di acquirenti online? Anche se per ora l’xport è dominato da USA, Canada, Germania e Regno Unito.
2) Il vino è un momento sociale, per le donne
Interessante l’indagine presentata sul consumo di vino in base a sesso ed età: da cui emerge che le donne sono consumatrici di vino consapevoli e indipendenti, che legano più degli uomini un buon bicchiere ai momenti di convivialità. In teoria gli uomini bevono vino tutti i giorni e le donne 3 volte alla settimana, ma… le donne – anche per via del rito dell’aperitivo – bevono più fuori casa (67,7%); mentre il 47,2% dei maschi consuma più frequentemente vino in casa. Il piacere di bere vino tra le mura di casa aumenta con l’età. Lo conferma il campione tra i 35 e il 44 anni, con gli uomini che salgono al 66,2% e le donne al 52,7%, con il consumo tre volte alla settimana ancora prevalente (43,1 e 44,8%), ma in discesa a favore della frequenza quotidiana. Le signore (34,6%) conservano comunque il gusto del fuori casa e del week end, in particolare a cena e nel dopo cena (rispettivamente 79,9 e 100%) e per l’aperitivo (69,8%). In questa fascia di età, inoltre, il gentil sesso dimostra una libertà di approccio al vino superiore a quella dell’uomo, scegliendo la bottiglia dare bere facendosi condizionare meno dal prezzo e stando più attenta all’abbinamento alimentare rispetto all’uomo, pur manifestando una conoscenza analoga del prodotto vino.