11 Aprile 2014 • 1 commento

Ait Ben Haddou e Ouarzazate, la porta del deserto

Grandi viaggi

Quando io e Simona abbiamo progettato il viaggio in Marocco, sapevamo che oltre al soggiorno a Marrakech, avremmo fatto un’escursione fuori, a vedere qualcos’altro. A lungo indecise su quale città o destinazione visitare – in molti ci consigliavano Essaouira, sul mare – alla fine abbiamo optato per Ait Ben Haddou, che sulla mia guida indicava come Patrimonio Unesco. Nonostante il proprietario del nostro Riad lo sconsigliasse!

E invece non ce ne siamo pentite. Nonostante le tante ore di pullman, e una serie di “fregature” lungo il tragitto, lo rifarei: è una città meravigliosa. Affascinante.

patrimonio unesco marocco ai ben haddou

E’ valsa la pena passare tante ore in autobus, per ammirare ciò che rimane di un’antica città marocchina, oggi disabitata.

marocco

Non ci viene detto molto dello stile di vita degli abitanti, nè della storia del posto, però intravedo una moschea (restaurata negli anni ’90) e qualche cartello storico. Magari a prendere una guida a modo, si potrebbe scoprire delle cose sconosciute su questa città che si estende su un colle, a fianco del fiume Ouarzazate.

città unesco in marocco

Ed è ugualmente bello il paesaggio per arrivarci. La prima parte in mezzo alle montagne dell’Atlante è simile al nostro nord Italia, a differenza degli alberi, qui più radi. Le vette più alte sono innevate. La strada, piena di tornanti, sale piano piano fino al passo di oltre 2200 metri (portatevi un maglioncino).

atlante

Nella seconda parte, quando si fa la deviazione che porta appunto a Ait Ben Haddou, si percorre un canyon di colore rosa, che potrebbe benissimo essere il Grand Canyon americano! Non ci sono più molte case, tranne qualche villaggio arroccato in qua e là, tanto che ogni poco mi domando: saremo arrivati? e invece niente. Passiamo città dai nomi esotici: Tizi n’Tichka, Telouet, Amerzgane, Timedline… (non ho imparato l’arabo, i cartelli sono bilingue!).

Infine il deserto, roccioso, sabbioso, polveroso. Il cielo che era azzurro diventa lattiginoso, scompaiono le case, gli alberi, l’acqua e rimangono solo avvallamenti e sassi per km.

E’ un percorso lungo perché non è possibile attraversare le montagne dell’Atlante! E quindi bisogna aggirarle. Ma fattibile. In circa 2 ore e 30 / massimo 3 ore ce la fai. Ovviamente se non fai tutte le tappe che ti fanno fare loro.

E poi quando arrivi e la vedi, così uguale a come doveva essere secoli fa, apri la bocca stupita. Capisci perchè ne hanno fatto il set di così tanti film: il Gladiatore, il Trono di Spade, Lawrence d’Arabia, Cleopatra, Sansone e Dalila, la Mummia ecc.

ai ben hadou marocco

Sono contentissima di esserci stata e consiglio questa escursione a chiunque, ma voglio darvi qualche suggerimento, per evitare la lunga sfilza di fregature che ci ha viste vittime impotenti.

Consigli e cose utili da sapere se volete fare un’escursione a Ait Ben Haddou

Se ce la fate prenotate una macchina e andate da soli. E’ vero le strade sono brutte, ma niente di peggio del nostro Passo Gavia. E non sono pericolose neppure per 2 donne da sole. La mia guida era terroristica, in realtà c’è un sacco di gente che lo fa. Se proprio dovete andare con un tour, meglio uno piccolo. Perchè a vedere quei bus da 50 posti, fermarsi nei bar o negozi, e scendere tutti insieme, andare in bagno tutti insieme… insomma si è sempre in mezzo a una folla! Noi eravamo in 7 e ci siamo mossi molto agili, anche se il nostro bussino aveva i sedili con le persone che si guardano negli occhi, quindi chi viaggiava contromano soffriva un po’ il mal d’auto.

Se prenotare un tour con il vostro Riad, probabilmente pagherete di più, ma potrete rifarvela con qualcuno se ci sono ritardi o disservizi. Se – come noi – prenotate da soli, mettete in conto che vi vengano a prendere con 1 ora di ritardo, come è successo a noi, o succedano altre cose poco simpatiche, come quelle che vi racconterò.

Fondalmente i tour organizzati funzionano così: un viaggio che potrebbe durare 3 ore, diventa di 5, perché ogni ora si fermano al bar dell’amico, al negozio del conoscente, ecc. dai quali poi l’autista prende la provvigione se voi acquistate (fra parentesi costa tutto più caro!). In ogni caso, a volte una sosta è anche piacevole per sgranchirsi le gambe o andare in bagno. Ma dopo un po’ non ne puoi più e vuoi arrivare. Anche la tappa per vedere come fanno l’olio di argan era assolutamente superflua.

Fra l’altro appena arrivi a Ait Ben Haddou, ti viene a prendere una guida, anch’essa amica dell’autista, che ti porta a visitare la città. Avevo letto che queste guide erano molte brave a parlare italiano, inglese, francese.. beh, la nostra era pessima. Non ci ha detto nulla, se non che qui ci hanno girato tanti film, e parlava un italiano stentatissimo (come l’inglese). In compenso almeno non si fermava presso tutti i negozietti degli amici!

E’ un susseguirsi di tappeti, quadri fatti con l’inchiostro “simpatico”, poster dell’antico alfabeto berbero, collane, ecc.

Ovviamente anche a pranzo vi portano dall’amico: un pranzo mediocre per l’equivalente di 10 €, più le bevute. Considerato i prezzi marocchini, è un furto! se ce la fate portatevi il pranzo a sacco. Conviene.

La fregatura più clamorosa è la fine del tour: la famosa visita al Mercato Berbero di Ouarzazate, altro non è che una tappa in periferia della città, dove dentro un magazzino hanno stipato tanti oggetti artigianali (gli stessi che trovate a Marrakech) e che cercheranno di vendervi in tutti i modi, con tanto di dimostrazione stile televendita di tappeti. Per la cronaca i prezzi partono da 50-70 € a tappeto e si può pagare anche con Visa e Mastercard (sic).

tappeti berberi

Il tizio con tanto di sopracciglie rifatte parla fluentemente 5 lingue, incluso il russo e cercherà di vendervi anche sua madre. E pensare che uno paga per farsi portare fin qui! Ad averlo saputo avremmo saltato questa tappa evitandoci 1 ora all’andata e 1 ora al ritorno.

Peccato perché poi la città di Ouarzazate, in realtà ce l’ha un bel centro antico, oltre agli studios delle vecchie produzioni cinematrografiche. Ma se non pensate di visitarli, o di fermarvi qui per fare escursioni nel deserto (con quad, cammelli o altri mezzi), potete evitare questa inutile tirata.

set cinematografici in marocco

Per questo dico: meglio andare da soli! magari facendo amicizia con altri clienti del Riad e affittando una macchina da 6 posti. Nel nostro bus c’erano 3 francesi e 2 americani che erano dello stesso Riad! Il colmo comunque è stato che alla fine l’autista ha voluto anche la mancia!!! Ah, tenetevi larghi coi tempi, perché vi dicono dalle 7 alle 7, in realtà siamo tornati a notte fonda.

Comunque negli occhi mi rimane una bellissima città, simbolo di una civiltà perduta…

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[…] insieme a Simona. Mi porto dietro i sapori e i colori della Medina, il fascino del deserto a Hait Ben Addou e il blu dei giardini […]