11 Dicembre 2013 • 1 commento

Ancora a giro per Londra

Viaggi in Europa

Dopo il primo post che ha visto Chiara a spasso per Londra, fra la National Gallery e la Sommerset House, in una piovigginosa vacanza inglese, ecco ora la seconda parte del racconto. Come il primo racconto, anche questo è ricco di bellissime immagini scattate da lei.

Ecco quindi la prosecuzione del suo racconto… Altra visita culturale immancabile a Londra è pur sempre la Tate Modern.

Ogni volta che mi capita di andarci è uno spettacolo. Le parti della struttura adibite a mostra permanente, anche se già viste una volta, rivedendole regalano sempre un qualcosa in più.
La quantità di gente presente all’interno è sicuramente indice della bellezza delle opere conosciute in tutto il mondo.

Una delle opere su cui mi soffermo sempre è “Candelabra with Heads” di Thomas Hirschhorn.
Un insieme di teste e corpi completamente ricoperti di scotch di plastica marrone, che sembrano emergere da un qualcosa di non ben definito. Lascia davvero spazio all’immaginazione.

Ma, certamente, anche tutte le altre opere meritano attenzione.

Per raggiungere la Tate Modern, il passaggio obbligato è alla famosissima ruota panoramica di Londra, sempre costellata di turisti.

Da quì, quello che mi ha fatto quasi emozionare è stato lo spettacolo visivo di luci, colori, ombre che il cielo e il panorama regalava.

Ciò che mi piace particolarmente di Londra è che ogni angolo della strada, se ci perdessimo senza alcuna meta, regala scorci incredibili.

Oppure graffiti, qualcosa che ci cattura completamente l’attenzione.

Altri passaggi obbligati sono certamente Camden Town e Notting Hill.
Camden Town sotto la solita pioggerellina rimane comunque un quartiere che merita almeno una visita. A primo acchito, da lontano, può sembrare turistica, già vista. Ma in realtà non è affatto così.
Ci si allontana da quei palazzi immensi e soprattutto altissimi della city per approdare in vie dalle case a due, massimo tre piani, con grandi scarpe posizionate sulle loro facciate, Dr.Martens giganteschi che mi fanno, di nuovo, sentire piccola.

Quello che a prima vista fa allargare gli occhi è l’insieme di colori che la caratterizza, colori accesi, ovunque. Il mercato di Camden Town è davvero caratteristico, c’è di tutto: da piercing e tatuaggi, ad anelli e collane, a pellicce, macchine fotografiche d’epoca, t-shirt e felpe. Davvero di tutto e per tutti.

Altro aspetto da non sottovalutare è la quantità di cibi che si possono trovare in mezzo a tutte quelle persone, dal thailandese, al cinese, all’italiano, all’hamburger classico, tutto, nuovamente tutto.

Dopo aver visitato Camden, la mia vacanza fa capolino a Notting Hill. Anche in questo altro quartiere i colori sono dappertutto, ti imprigionano.

In particolare le casette a schiera attaccate una all’altra con ognuna una porta d’entrata diversa, tutte iper colorate. Anche Portobello Road regala negozietti di ogni genere, dall’abbigliamento ai dolci, un po’ più turistica, però.

La mia vacanza non si è spinta oltre, per questa volta.
Per quanto riguarda il cibo si può davvero dire che Londra ha spazio per chiunque.
Per la strada si nota come moltissime persone siano abituate a consumare il proprio pranzo e le proprie cene anche da soli senza nessun tipo di problema. Forse in Italia non siamo ancora troppo abituati alla solitudine in questo senso. E la vediamo prettamente in maniera negativa. Ma non è solitudine, è forse fretta, un momento per se stessi. È positivo.
Le milioni di vetrine di fast food, ma anche di ristoranti e luoghi dove mangiare sono colmi di persone che mangiano attaccate ad una vetrina, sulla strada. Immersi in un libro, con un telefono, con un caffé, o guardano fuori, e trovare posto a sedere tra tutta quella gente non è sempre facile.
La tipologia di cibarie varia, se ne ha davvero a dismisura. Io ho provato il cibo libanese (Le Comptoir) e devo dire che mi ha lasciato davvero stupita. In Italia mai avrei sentito tra le proposte di cene con le amiche ‘Andiamo al libanese?’ e invece qui si. E la parte più divertente è che all’interno del ristorante non si potesse bere alcolici e quindi chi voleva bersi un bicchiere di vino o una birra, poteva tranquillamente portarseli direttamente da casa propria. Lì servivano delle limonate fatte in casa a tutti i gusti (anche allo zenzero), che ridere mangiare bevendo una limonata alla rosa. Sembrava davvero di mangiare una rosa vera e propria. Bello.
Altra esperienza immancabile è andare a mangiare una pizza italiana. Londra è ricoperta di italiani, appena esci di casa è quasi naturale sentire parlare italiano, o recarsi in un negozio, iniziare a parlare in inglese e sentirsi rispondere in italiano. Sono dappertutto.
Una pizza da Sartori a Great Newport Street, che dicono sia una delle migliori, fa sorridere. Entri in un’Italia in miniatura. Sin dall’attesa sulla porta, la fila di persone è quasi tutta composta da italiani, per lo più del sud Italia. Seduti al tavolo senti il cameriere chiamare un personaggio cicciotello e parecchio buffo ‘Dottò’ e ti fa ridere. Chissà che avrà capito quel signore di quel ‘dottò’.
È stata una vacanza diversa, un po’ più per me stessa, ma ci tornerei con un piede solo.

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[…] sempre desiderato fare una piccola crociera sul Tamigi per vedere Londra dall’acqua. Questa era l’occasione giusta per questa escursione: il clima era quello adatto (non troppo freddo) […]